ARCHEOASTRONOMIA DELLE ACROPOLI MEGALITICHE - Prof. Giulio Magli
Per il Natale di Alatri, l’Associazione Gottifredo ha invitato il professor Giulio Magli docente del Politecnico di Milano, per aggiornarci sulle sue ricerche di archeoastronomia. E’ stato un incontro che ha appassionato i presenti, convenuti nella Sala dell’Episcopio della Concattedrale.
La sede ha dato anche lo spunto per ricordare don Giuseppe Capone, che fu Rettore del Seminario e i cui studi sull’Acropoli lo stesso Magli afferma essere stati decisivi per l’indirizzo delle sue ricerche.
Ha introdotto la conferenza l’avvocato Remo Costantini.
Pubblichiamo le slide dell’incontro (in video sulla pagina Facebook dell’Associazione Gottifredo)

OMAGGI - la mia vita per il Jazz
“Quando sia iniziata davvero una storia, non si può dire. Per la musica sembra che si possa risalire perfino al periodo prenatale. I miei ricordi della prima infanzia sono molto nebulosi. Ma questa foto, fortunatamente conservata in famiglia, mi aiuta a ricordare”…
E’ l’incipit dell’autobiografia “partecipata” (con l’intervento, cioè, di tanti testimoni che hanno aiutato il Maestro a ricordare) di Gerardo Jacoucci, che con lo stimolo e la collaborazione di Antonio Poce ha ripercorso, avvalendosi di un ricchissimo apparato fotografico, la sua vita per il jazz.
E’ l’omaggio al musicista che ha introdotto lo studio del jazz nei Conservatori italiani, scrivendone i programmi didattici e ricoprendo la prima cattedra istituita nel Conservatorio di Musica “Licinio Refice”, che da allora è rimasto all’avanguardia di questi studi.
Nel racconto si incontrano i più importanti musicisti del secolo scorso, artisti e artiste dello spettacolo “leggero” internazionale con cui Jacoucci ha collaborato, da Josephine Baker a Domenico Modugno. Ma, soprattutto, i grandi jazzisti che lo hanno formato o ne sono diventati, suonando con lui o ascoltandolo suonare, estimatori e colleghi.
“OMAGGI” è una grande autobiografia novecentesca che restituisce, con la narrazione e le immagini, tratte dell’archivio di Jacoucci, il sentimento della seconda metà del secolo scorso, l’ambizione delle sue sfide, l’ansia di rinascita e del riscatto sociale grazie alla cultura e alla musica, che dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, ne tracciarono lo svolgersi, partendo da una provincia italiana per irradiarsi in tutto il mondo.
Di “OMAGGI” le edizioni Gottifredo hanno stampato su carta Fedrigoni Arena Smooth White 170 grammi, una edizione speciale di 50 volumi numerati e personalizzati con interventi manuali con inchiostri, matita, colori acrilici, collages e oro 24K del Maestro Antonio Poce.
Si può acquistare al prezzo di 50 EURO. Con 80 EURO si può prendere, insieme al volume personalizzato, un’opera grafica di Antonio Poce dedicata a Gerardo Jacoucci e al pianista che questi ha sempre considerato il suo maestro, il grande Lennie Tristano, al quale Poce indirizza per conto di Jacoucci, ricorrendo a una delle finzioni di cui è specialista e che sono più veridiche della verità, una lettera-confessione: “ho desiderato entrare nella tua penombra per imparare a parlare, con te, la lingua della notte. Vorrei ordinare i miei pensieri secondo il rigore e il nitore delle tue armonie”.
“OMAGGI. LA MIA VITA PER IL JAZZ” di GERARDO JACOUCCI (edizione personalizzata e a tiratura limitata) e L’OPERA GRAFICA POSSONO CHIEDERSI A QUESTO INDIRIZZO MAIL: ass.palazzogottifredo@gmail.com o al numero 0775440105 (Associazione Gottifredo). Oppure passando direttamente in sede, ad Alatri, in via E. Lisi n. 6 (secondo piano).

Il teatrante della parola - un linguaggio nuovo per la satira del '900
Il futurismo della parola con Maurizio Santilli.
Domenica 28 novembre alla 17,30 – Biblioteca comunale di Alatri. Terzo incontro con “Ciacelli. La Visione Molteplice”.
La mostra è aperta nello spazio coworking di Palazzo Gottifredo dal martedi alla domenica dalle 10 alle 19.
Alle 16.30 di domenica 28 novembre visita guidata.
Con l’oculus “il gioco dell’arte”. Esploriamo la mostra con la realtà virtuale.
Per prenotazioni 0775 44 01 05 oppure ass.palazzogottifredo@gmail.com
Daniele Paris e l'Avanguardia - dalla Ricostruzione alla Nuova Musica


"Poetiche del Futurismo, la declamazione dinamica e sinottica"
Un appuntamento di 𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐌𝐎𝐋𝐓𝐄𝐏𝐋𝐈𝐂𝐄, presso la Biblioteca Comunale, con la voce di Giovanni Fontana e il pianoforte di Luca Salvadori.

La Visione Molteplice di Arturo Ciacelli
IL PROLOGO DOMENICA 7 NOVEMBRE, L’INAUGURAZIONE SABATO 13 NOVEMBRE. ALLE ORE 17 ALLO SPAZIO COWORKING DELL’ASSOCIAZIONE GOTTIFREDO, NEL PALAZZO GOTTIFREDO DI ALATRI.
Con il “Prologo” di DOMENICA 7 NOVEMBRE alle ore 17, presso lo Spazio Coworking Gottifredo nel Palazzo Gottifredo di Alatri, si avvia un importante evento culturale e artistico: la Mostra “Ciacelli. La visione molteplice”, curata da Giovanni FONTANA con opere – provenienti dalla Collezione Remo Costantini – del grande artista ciociaro, futurista, protagonista della ricerca artistica nazionale e internazionale della prima metà del secolo scorso.
Si tratterà di un’anteprima della Mostra che verrà inaugurata SABATO 13 NOVEMBRE ALLE ORE 17, sempre nello spazio Coworking, con un allestimento originale realizzato dalla TecnAval Interiors su progetto dell’architetta Sara SARANDREA. A lei si deve l’ideazione dello spazio espositivo calato all’interno della sala nella quale si svolge, e continuerà a svolgersi, l’attività ordinaria dell’Associazione Gottifredo e del suo Coworking Artistico.
La Mostra resterà aperta fino al 9 gennaio 2022 – tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 19 – e sarà visitabile, secondo le modalità dettate dalla normativa anti – Covid e cioè con accesso subordinato all’esibizione del Green Pass e tenendo conto della necessità di evitare assembramenti. È perciò consigliabile, soprattutto per le visite scolastiche, la prenotazione, scrivendo a ass.palazzogottifredo@gmail.com o telefonando al numero 0775 440105.
Il Catalogo – definito dal suo ideatore e grafico, Antonio POCE, un “Analogo”, per segnalarne l’originalità compositiva, sarà disponibile in due edizioni: una con tiratura limitata di 50 copie e personalizzazioni dello stesso Poce, che la definisce un “prodotto multisensoriale”, sarà in vendita a 50 euro, una seconda in edizione normale – ma sempre in elegante veste grafica – verrà, invece, messa in vendita a 20 euro. Nel Catalogo (Edizioni Keiron-Associazione Gottifredo), 120 pagine, sono contenute tutte le immagini delle opere in mostra (le foto sono di Giovanni POCE, le opere oltre 44 comprese due tele della moglie svedese di Ciacelli, Elsa Strom) con un’introduzione del Prof. Emmanuele EMANUELE, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, un preludio di Antonio POCE e Tarcisio TARQUINI, presidente dell’Associazione Gottifredo, e importanti saggi di Giovanni FONTANA, Domenico CAMMAROTA, Barbara MEAZZI, studiosi del Futurismo, che costituiscono un rilevante approfondimento critico dell’artista ciociaro e fanno del volume un compiuto contributo alla ricostruzione della personalità e della fortuna critica di Ciacelli.
L’esposizione avrà anche una versione virtuale, una Galleria dei quadri esposti, che sarà visitabile con un Oculus che si troverà nella sala del Coworking, e grazie a cui si potrà entrare dentro la dinamica, il movimento, delle opere, in una originale reinterpretazione del simultaneismo e “movimentismo” futuristi.
La Galleria virtuale è stata ideata e realizzata dal gruppo Keiron, giovani artisti formatisi nel CREA del Conservatorio Licinio Refice di Frosinone e adesso costituitisti un gruppo di loavoro autonomo, sotto la direzione del docente Valerio MURAT.
L’organizzazione della Mostra è del Coworking Gottifredo, con il coordinamento organizzativo di Rossella SGAMBATO,
La Mostra, che ha il patrocinio del Comune di Alatri, si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e ha presentato domanda per un finanziamento della Regione Lazio, partecipando a un bando di Lazio Crea per l’aiuto alla ripresa delle attività delle Associazioni Culturali.
Il crowdfunding, sulla piattaforma Produzioni dal Basso, e le erogazioni liberali di privati e imprese, oltre alla vendita dei cataloghi e di altri prodotti legati alla Mostra, costituiscono le fonti che permetteranno di coprire i costi di “Ciacelli. La visione molteplice”.
Ma tutto è stato reso possibile dalla grande disponibilità di lavoro volontario offerta da coloro che hanno aggiunto in questa modalità il loro contributo alla realizzazione di un evento che altrimenti non sarebbe stato possibile.
Ecco, in una nota degli organizzatori, il profilo biografico e artistico di Arturo CIACELLI.
“Possiamo anche dire che il Futurismo ha una prospettiva “ciociara”. Oltre ad Anton Giulio Bragaglia, è ciociaro un altro grande artista che partecipò fin dall’inizio al quel movimento di scalmanati che voleva bruciare il mondo (oltre ai musei, ai professori e a molte altre cose….). Arturo Ciacelli, di Arnara, era nato nel 1883. Inizia a lavorare a Roma aiutando suo padre mosaicista. È aiutante di Duilio Cambellotti e Alessandro Bazzani nelle scenografle per il teatro Argentina. Frequenta i corsi liberi all’Accademia di Belle Arti, dove nel 1909 conosce la pittrice svedese Elsa Ström. La sposa nello stesso anno e si trasferisce in Svezia. Espone presto a Stoccolma e Malmö, poi a Copenaghen, Göteborg e Oslo.
Insieme a Balla, Boccioni, Severini ed altri, aveva già partecipato con cinque opere al primo “Salone dei rifiutati” (1905). Nel 1911 a Parigi frequenta Delaunay e conosce Léger, Braque, Chagall ed altri. Torna in Svezia e nel 1912 tiene la sua prima personale nella galleria dell’università di Lund, presentata dal poeta Gian-Maria Cominetti. Dal 1915 fino a tutti gli anni ’30 operò a Stoccolma, dove fu anche direttore della Nya konstgalleriet, la prima galleria d’arte moderna di Stoccolma, dove espose opere di Robert Delaunay, Sonia Delaunay Terk, Van Dongen, Dufy, Léger, Ozenfant, Picasso, Rouault, Vlarninck, Kandinski e Severini. Fece conoscere il cubismo e il futurismo, fu un grande animatore e divulgatore culturale, organizzando conferenze, serate musicali e “concerti di colore”, film a colori creati da lui. Ebbe un apprezzamento ufficiale da parte di Guillaume Apollinaire sul Paris-Journal.
Nel 1930 è presente alla Biennale di Venezia con tutto il gruppo futurista. Nel 1934 espone alla Prima mostra nazionale di plastica murale per l’edilizia fascista a Genova.
Nel 1935 lo stesso F.T. Marinetti presenta una sua personale a Torino, divenendo così “un attivo esponente del secondo tempo del futurismo” .
Dal 1937 si trasferisce a Vienna. Insegna presso la locale scuola italiana ed espone presso l’Istituto italiano di cultura fino al 1960. In questo periodo riprende i contatti con gli amici milanesi e aderisce al Movimento arte concreta. Si orienta verso una pittura di forme geometriche “che ricordano talvolta alcune composizioni del suo amico Arp” (Dorfles, 1952). Muore a Venezia nel 1966. “.
Associazione GOTTIFREDO
Alatri, 2 Novembre 2021

"Sotto la tenda di Abramo"
Alla sala dell’Associazione Gottifredo, martedì 12 ottobre, si è dialogato “sotto la tenda di Abramo”, con Pino Pelloni, Luciana Ascarelli, Felice Vinci, padre Giulio Albanese, presentati da Tarcisio Tarquini.
In occasione della giornata europea della cultura ebraica.
Alla fine visita allo splendido Salone “Lucina Croce Spalvieri” al terzo piano del Palazzo, grazie alla cortesia del proprietario architetto Alfredo Spalvieri.

Ciacelli. La visione molteplice
PROSSIMAMENTE AD ALATRI. SPAZIO DI COWORKING DELL’ASSOCIAZIONE GOTTIFREDO
“Ciacelli. La visione molteplice”.
Una Mostra curata da Giovanni FONTANA, dalla collezione privata di Remo COSTANTINI.
All’interno della Mostra: la Mostra virtuale curata dal gruppo Keiron
Catalogo prima edizione numerata con interventi artistici di Tonino POCE. Foto di Giovanni POCE. Edizioni Keiron – Associazione Gottifredo
Un artista, pittore, scultore, grafico, partito da Arnara che ha portato la sua arte nei maggiori paesi europei. Amico e collaboratore di Marinetti è stato tra i protagonisti ancora poco conosciuti della grande sperimentazione futurista.
E’ la prima mostra, con opere originali, riviste e libri d’epoca, in un allestimento pensato per il Coworking Gottifredo.
Con questa mostra, autofinanziata con la vendita dei cataloghi, il crowdfunding, il contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, comincia il cammino di “Visioni molteplici. Un luogo della contemporaneità artistica”.

Il Cavalier D'Arpino
Cavalier d’Arpino. San Sisto prima e dopo. Oggi 3 luglio, a 380 anni dal giorno della morte.
Nell’ambito delle celebrazioni per il 380° Anniversario della Morte del Cavalier d’Arpino, avvenuta a Roma il 3 luglio del 1640, l’Associazione Gottifredo rende omaggio al grande artista, con un evento unico: la presentazione del restauro dell’affresco con il Ritratto di San Sisto I, dipinto nella Sala grande dell’Episcopio di Alatri all’età di 17 anni su invito dell’amico e benefattore Ignazio Danti, a seguito del rinvenimento del corpo del santo patrono della città a fine inverno del 1584.
Una realizzazione dell’Associazione Gottifredo, per il progetto Coworking Gottifredo 2, sostenuto dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale. In collaborazione con la Diocesi Anagni-Alatri e la Soprintendenza ai beni artistici del Lazio. Mario Ritarossi curatore del progetto, restauratrice Maria Letizia Molinari.
La presentazione avrà luogo sabato 11 luglio alle 21 nei Giardini dell’Episcopio di Alatri. Dalle 16 sarà possibile visitare l’affresco.

Si tratterà di un evento straordinario.
La presentazione del restauro di un affresco, finora poco conosciuto e apprezzato, che si deve alla mano di Giuseppe Cesari, noto a tutti come il Cavalier d’Arpino, interprete di primo ordine dell’arte romana e italiana dell’ultimo scorcio del Cinquecento.
La manifestazione – alla quale parteciperanno, insieme con la restauratrice Maria Letizia Molinari, gli storici dell’arte Mario Ritarossi e Eugenia Salvadori e il conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia Francesco Petrucci, massimo conoscitore dell’arte manierista e barocca – si terrà ad Alatri il prossimo sabato 11 luglio alle 21, nella cornice suggestiva del Giardino dell’Episcopio sul piazzale della maestosa Acropoli, posta al centro della cittadina ciociara.
L’affresco, dipinto nella Sala grande del Vescovado, è stato restaurato nell’ambito di un progetto formativo dell’Associazione Gottifredo cui hanno partecipato quattro studenti cinesi che frequentano ad Alatri “Io Studio italiano”, un corso di lingua italiana per studenti stranieri istituito dalla stessa Associazione Gottifredo e diretto dall’Università di Cassino.
E’ da iniziative come questa – ha commentato il presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, il Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, cui si deve la scelta di sostenere il progetto Coworking Gottifredo, all’interno del quale il restauro è stato realizzato – che tutti ci auguriamo che il nostro Paese possa trovare nuovo slancio e nuove energie, partendo cioè da operazioni di recupero e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio artistico. L’operazione realizzata dall’Associazione Gottifredo si caratterizza, tra l’altro, per l’originalità di uno specifico “workshop” sul restauro delle opere d’arte in grado di unire attività didattiche per giovani restauratori con specifici e concreti interventi su una prestigiosa opera d’arte, che resteranno permanentemente a disposizione di tutti”.
Il restauro ha permesso anche di acquisire nuove conoscenze sull’opera del Cavalier d’Arpino, soprattutto della sua fase giovanile. Le ha illustrate Mario Ritarossi, che ha coordinato il progetto in costante raccordo con la Soprintendenza ai beni artistici del Lazio e l’ufficio diocesano dei beni artistici: “Se si escludono le immagini di Sansone nella Sala vecchia degli Svizzeri e di alcune altre figure della Sala dei Palafrenieri in Vaticano, realizzate a “monocromo” dal Cavalier d’Arpino nel 1583, nonché l’affresco raffigurante la Canonizzazione di San Francesco di Paola dipinto, tra il 1584 e il 1585, nel chiostro della chiesa di Trinità dei Monti, estremamente compromesso dalla perdita di molte parti di intonaco e dai numerosi trattamenti che “hanno reso la superficie dipinta completamente illeggibile”, l’affresco di Alatri, realizzato quasi certamente tra il 1585 e il 1586, è il primo dipinto oggi conosciuto in cui – grazie al recente restauro – sia possibile cogliere, con assoluta precisione, la composita tavolozza cromatica e la straordinaria tecnica esecutiva, oltre al precoce talento, del giovanissimo Giuseppe Cesari.”
“La riscoperta e il restauro di questo dipinto semisconosciuto – ha concluso il professor Ritarossi – costituisce pertanto un contributo di prim’ordine per la comprensione dell’opera del grande artista, che consentirà certamente agli studiosi di arricchire la conoscenza sulla produzione giovanile del pittore e sulle premesse della sua sorprendente carriera, ancora oggi non del tutto chiarite e precisate.”
Soddisfazione anche da parte del presidente della “Gottifredo”, Tarcisio Tarquini. “Il restauro dell’affresco – ha dichiarato – va di pari passo con il progetto di raccolta, scrittura e rielaborazione delle musiche popolari ciociare, con il corso di “traduzione tattile delle opere d’arte”, con i workshop sull’arte della traduzione e sul violino jazz dedicato al grande Stéphane Grappelli: iniziative che stiamo attuando con il Liceo artistico, il Conservatorio di Frosinone e l’Università di Cassino. Un modello di collaborazione territoriale all’insegna della cultura, della formazione artistica che promuove in modo originale il territorio con le sue istituzioni di alta cultura”.
Giuseppe Cesari detto il Cavalier D'Arpino. San Sisto I, Alatri sala Grande dell'Episcopio, affresco (particolare)


Il 5 giugno e la Grande Bellezza delle Chiese Italiane
Il pergamo cosmatesco della Cattedrale di San Paolo ad Alatri, protagonista della “lunga Notte delle Chiese” dedicata alla celebrazione della Bellezza.
Il pergamo cosmatesco, oggi conservato nella prima cappella di destra della Cattedrale di San Paolo, fu fatto costruire dal vescovo diocesano Giovanni V in occasione della visita ad Alatri di Onorio III nella primavera del 1222.
La memoria dell’anno di costruzione è tramandata da un’iscrizione che nel 1584 il vescovo Ignazio Danti fece apporre sul pulpito dopo che ne eseguì l’intero restauro: Ioannes V episcopus aletrinus suggestum hoc magnificentius construxit Anno Domini MCCXXII et in hanc formam redactum est a frate Egnatio Dante Perusino ordinis praedicatoris episcopo aletrino MDLXXXIIII.
Ai tempi del Danti l’ambone era ancora situato nella sua posizione originaria, in cornu epistolae,ossia nell’intercolumnio che precede il presbiterio, sul lato destro dell’altare maggiore. Nel 1752 fu tuttavia scomposto dal vescovo Giovanni Francesco Cavallini in seguito alla totale ristrutturazione della chiesa e trasportato nell’attuale sede solamente nella seconda metà dell’Ottocento dal vescovo Pietro Saulini.
In base ad una tipologia assai comune nel basso Lazio, il pergamo di Alatri doveva essere costituito da una struttura a cassa rettangolare, sorretta da quattro colonne tortili che, nell’ordine anteriore, poggiavano su una coppia di leoni stilofori, purtroppo perduti.
Malgrado la parziale distruzione del monumento, la sua elegante struttura musiva rivela ancora oggi tutta la raffinatezza degli abili marmorari romani che, grazie al prevalente impiego di tarsìe policrome, imposero per tutto il XII e XIII secolo un vero e proprio stile decorativo, caratterizzato da un’aggiornata interpretazione dell’opus sectile romano, pervasa da un gusto ornamentale e cromatico di origine islamica e bizantina.
Tra i molti frammenti marmorei sopravvissuti, emerge in tutta la sua elegante monumentalità – oltre all’aquila giovannea del prospetto – il grande pluteo trapezoidale su cui è scolpita a bassorilievo l’antichissima iconografia di Giona inghiottito e rigettato dalla pistrìce. Si tratta di una sorta di prefigurazione biblica della morte e della resurrezione di Cristo in cui l’anonimo scultore, isolando nel motivo serpentino delle acque il profeta afferrato dal pesce mostruoso, riesce ad infondere all’intera rappresentazione,con un linearismo tipico di una miniatura, tutto il suo spirito visionario, ispirato da un’allucinata e terribile drammaticità.
di Mario Ritarossi
Il giorno della Grande Bellezza
Una riflessione sulla “Bellezza che rivela l’Invisibile” di Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri.
La lunga notte delle chiese - video integrale
L’ arte cosmatesca nelle cattedrali di Civita Castellana, Anagni e Alatri.
DAL CENTRO AL CERCHIO - un viaggio controcorrente nell'universo della Commedia
Un convegno e una mostra che raccontano il solitario lavoro critico di Luigi Pietrobono, alla ricerca dei significati più profondi del poema dantesco, nel sessantesimo anniversario della sua morte.
Interventi di:
– Antonio Agostini, Direttore della Biblioteca Comunale di Alatri
– Tarcisio Tarquini, Presidente dell’Associazione Gottifredo
Il Convegno
Il Convegno – Biblioteca Comunale di Alatri (FR) – 27/02/20
Di seguito i testi degli interventi dei relatori.
Luigi Pietrobono negli archivi dell'Università per gli Stranieri di Perugia - Nicola De Nisco


























La Mostra

Approfondimenti...
Informazioni sulla vita di Pietrobono.
– Foto di Bruno Gatta e Marco Ritarossi
– Immagini di Mario Ritarossi
– Testi di Tarcisio Tarquini

































La voce di Luigi Pietrobono
Alcuni Canti della Divina Commedia interpretati da Padre Luigi Pietrobono.
Clicca sul canto per ascoltarlo.
Luigi Pietrobono - Il ritratto di Mario Ritarossi

OMAGGI - la mia vita per il Jazz
“Quando sia iniziata davvero una storia, non si può dire. Per la musica sembra che si possa risalire perfino al periodo prenatale. I miei ricordi della prima infanzia sono molto nebulosi. Ma questa foto, fortunatamente conservata in famiglia, mi aiuta a ricordare”…
E’ l’incipit dell’autobiografia “partecipata” (con l’intervento, cioè, di tanti testimoni che hanno aiutato il Maestro a ricordare) di Gerardo Jacoucci, che con lo stimolo e la collaborazione di Antonio Poce ha ripercorso, avvalendosi di un ricchissimo apparato fotografico, la sua vita per il jazz.
E’ l’omaggio al musicista che ha introdotto lo studio del jazz nei Conservatori italiani, scrivendone i programmi didattici e ricoprendo la prima cattedra istituita nel Conservatorio di Musica “Licinio Refice”, che da allora è rimasto all’avanguardia di questi studi.
Nel racconto si incontrano i più importanti musicisti del secolo scorso, artisti e artiste dello spettacolo “leggero” internazionale con cui Jacoucci ha collaborato, da Josephine Baker a Domenico Modugno. Ma, soprattutto, i grandi jazzisti che lo hanno formato o ne sono diventati, suonando con lui o ascoltandolo suonare, estimatori e colleghi.
“OMAGGI” è una grande autobiografia novecentesca che restituisce, con la narrazione e le immagini, tratte dell’archivio di Jacoucci, il sentimento della seconda metà del secolo scorso, l’ambizione delle sue sfide, l’ansia di rinascita e del riscatto sociale grazie alla cultura e alla musica, che dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, ne tracciarono lo svolgersi, partendo da una provincia italiana per irradiarsi in tutto il mondo.
Di “OMAGGI” le edizioni Gottifredo hanno stampato su carta Fedrigoni Arena Smooth White 170 grammi, una edizione speciale di 50 volumi numerati e personalizzati con interventi manuali con inchiostri, matita, colori acrilici, collages e oro 24K del Maestro Antonio Poce.
Si può acquistare al prezzo di 50 EURO. Con 80 EURO si può prendere, insieme al volume personalizzato, un’opera grafica di Antonio Poce dedicata a Gerardo Jacoucci e al pianista che questi ha sempre considerato il suo maestro, il grande Lennie Tristano, al quale Poce indirizza per conto di Jacoucci, ricorrendo a una delle finzioni di cui è specialista e che sono più veridiche della verità, una lettera-confessione: “ho desiderato entrare nella tua penombra per imparare a parlare, con te, la lingua della notte. Vorrei ordinare i miei pensieri secondo il rigore e il nitore delle tue armonie”.
“OMAGGI. LA MIA VITA PER IL JAZZ” di GERARDO JACOUCCI (edizione personalizzata e a tiratura limitata) e L’OPERA GRAFICA POSSONO CHIEDERSI A QUESTO INDIRIZZO MAIL: ass.palazzogottifredo@gmail.com o al numero 0775440105 (Associazione Gottifredo). Oppure passando direttamente in sede, ad Alatri, in via E. Lisi n. 6 (secondo piano).
