Tempi speciali richiedono un libro speciale. E l’autobiografia di Stéphane Grappelli è parecchio speciale. Come quando racconta di Django.
Con la scomparsa di Django, il 16 maggio del 1953, il jazz ha perso un grande musicista. Io ho perso un amico. Ancora oggi durante i concerti appena faccio il nome di Django Reinhardt il pubblico si alza in ovazione. Io ne sono profondamente felice. Dopo la sua morte, spesso mi hanno chiesto perché suono in quartetto e non in quintetto. Invariabilmente rispondo: ‘Non si può sostituire un genio come Django Reinhardt’.
In viaggio con il mio violino è il titolo italiano. Il libro è una coedizione Ottotipi Edizioni e Associazione Gottifredo di Alatri.
Oggi ne ha parlato Andrea Tagliaferri ne Il Messaggero.